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PER GUARDARE “OLTRE” IL PIAO

A cura di Enrica Conti e Elena Alfonsi

Il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), introdotto dall’articolo 6 del decreto n. 80/2021, è l’atto di programmazione, di durata triennale e da aggiornare annualmente, nel quale sono compresi, in  modo integrato,  gli obiettivi di performance, il piano formativo dei dipendenti, il piano per l’acquisizione di nuove risorse professionali, l’elenco delle procedure da semplificare annualmente ed, infine, gli strumenti e le fasi per giungere alla piena trasparenza e al raggiungimento degli obiettivi in materia di anticorruzione.

L’obiettivo del PIAO è quello di assicurare la qualità e la trasparenza dell'attività amministrativa, migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese e procedere alla costante e progressiva semplificazione e reingegnerizzazione dei processi.

Che significato dare alla disciplina normativa sul PIAO? Cosa rappresenta il PIAO, un nuovo adempimento?

Il ruolo della Pubblica Amministrazione, in qualità di motore di sviluppo, è centrale e per il suo rilancio “non servono tanto nuove leggi, quanto la capacità di adattarsi a scenari estremamente mutevoli con flessibilità. Una flessibilità che riguarda tre variabili: lavoro (gestione delle risorse umane), organizzazione e tecnologia[1].

Sono mesi in cui si parla della stesura del PIAO, ma ora vogliamo sottolineare ed evidenziare: il  significato che il PIAO può assumere nella Pubblica Amministrazione in termini di snellimento e rafforzamento degli strumenti di programmazione e non solo; il cambiamento che si può produrre in relazione alle opportunità di integrazione e sinergia tra i vari atti programmatori ma anche tra i vari soggetti cui sono in capo le strutture, i servizi e gli uffici preposti alla loro definizione (piano della performance, POLA, struttura organizzativa, piano formativo, misure per l’anticorruzione e trasparenza); i processi di sviluppo organizzativo in cui il monitoraggio ha una funzione determinante e centrale. Il PIAO favorisce la messa a sistema degli atti programmatori verso un unico obiettivo: produrre valore pubblico (public value).

Valore pubblico come miglioramento del benessere a tutto tondo di cittadini e imprese, sviluppo dei territori, per cambiare il rapporto tra la Pubblica Amministrazione e cittadini verso la maggiore partecipazione di quest’ultimi. E infatti…il PIAO definisce anche le modalità di monitoraggio periodico degli esiti, inclusi gli impatti sugli utenti, secondo le previsioni dello stesso decreto n. 80/2021.

Per misurare il valore pubblico e verificare l’esito delle scelte di tipo organizzativo, formativo e tecnologiche operate dall’amministrazione e generato sugli utenti dei servizi pubblici erogati è indispensabile disporre di strumenti e di metodologie appropriate ed efficaci e di specifiche competenze interdisciplinari e trasversali.

Perché per andare oltre dobbiamo concentrare l’attenzione sul monitoraggio degli esiti….e prima ancora sul monitoraggio di processo?

Non solo perché il monitoraggio è una funzione rilevante per verificare la produzione di valore pubblico, individuando quali sono le dimensioni, gli indicatori, i parametri per misurare tale valore, ma anche perché esso presuppone la definizione chiara degli obiettivi da perseguire e la condivisione degli stessi tra il management dell’ente e i collaboratori e tutti gli attori del sistema organizzativo (compresi i cittadini-utenti).

L’attività di monitoraggio, dal punto di vista di chi scrive, rappresenta una funzione strategica strettamente connessa all’attuazione del PIAO, perché richiede il presidio costante delle attività, dei processi e dei risultati.

Il monitoraggio di processo e degli esiti del PIAO significa saper raccogliere i dati e le informazioni correlate agli obiettivi, quali e in che modo, comunicare e condividere i dati da raccogliere e raccolti.

Per fare bene il monitoraggio e svilupparne le potenzialità è necessario far crescere le capacità, le competenze e le consapevolezze di ruolo dei dirigenti e del personale, disporre di strumenti di lavoro, metodi di analisi, costituire gruppi di lavoro e condividere, attraverso percorsi di coaching formativo, l’analisi delle ordinarie e quotidiane attività….potenziando lo sviluppo di approcci proattivi verso interventi migliorativi continui.

La formazione, in tale ambito, ha una funzione rilevante e, a parere di chi scrive, non può più essere solo di tipo descrittivo e centrata sui contenuti. Occorre sostenere le amministrazioni con azioni ed esperienze di accompagnamento per sviluppare e implementare un modello e una metodologia di monitoraggio che possa essere arricchita in progress per una lettura sistemica del PIAO in termini di produzione di valore pubblico. Occorre allenare le amministrazioni al lavoro di squadra, che pone al centro la definizione delle finalità del monitoraggio, il valore dei dati raccolti e la coerenza con la capacità dell’ente di produrre il benessere per le comunità di riferimento.

Svolgere l’attività di monitoraggio, inoltre, presuppone la capacità di cooperare su dati e informazioni di sistema che rappresentano il singolo ente ma anche gli enti che operano in forma associata.

Lo stesso decreto n. 80/2021 riconosce la possibilità di una gestione associata del monitoraggio da parte di alcuni enti, che può portare allo sviluppo di un modello a rete, inter-organizzativo e inter-istituzionale.

Le metodologie per il monitoraggio, e della sua necessaria comunicazione e condivisione con e verso l’esterno, costituiscono una opportunità concreta per tutte le amministrazioni di concorrere allo sviluppo e al consolidamento di una nuova cultura organizzativa orientata al miglioramento continuo e allo sviluppo sostenibile per i cittadini e per le imprese del Paese, in linea e in coerenza con i principi guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

In conclusione, per guardare “oltre” il PIAO, da subito si può iniziare a costruire ed applicare modelli e metodologie per il monitoraggio di processo e degli esiti. 

[1]Il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, firmato il 10 marzo 2021, si colloca nel solco di un’azione di rilancio del Paese, volta a realizzare gli obiettivi cruciali della modernizzazione del “sistema Italia” e dell’incremento della coesione sociale, a partire dalla straordinaria opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

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