Cercheremo, ora, di analizzare quali saranno le novità e con quale modalità operativa si dovrebbe arrivare alla data di partenza del nuovo anticipo pensionistico del 1° maggio.
Ape volontaria 2017
È pronto il decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri con le relative istruzioni operative che permetteranno di gestire dettagliatamente la tempistica e le modalità dell’Ape volontaria al fine di fornire la possibilità di accedere alla pensione a 63 anni a coloro i quali ne faranno richiesta. L’arco temporale è molto ristretto, ragion per cui il decreto medesimo, per la sua approvazione definitiva, dovrà essere esaminato celermente prima dal Consiglio di Stato e successivamente da parte Corte dei Conti.
Contemporaneamente ha avuto luogo l’incontro tra Governo e rappresentanti dell’Abi ( banche) e dell’Ania (compagnie assicurative ), con l’obiettivo di definire con esattezza, in tempi brevi, anche le convenzioni da stipulare per quantificare il costo complessivo dell’Ape volontaria. Il T.a.n. (Tasso annuo nominale) iniziale dovrebbe aggirarsi attorno al 2,75%.
I dipendenti che intendono usufruire dell’anticipo pensionistico volontario dovranno prioritariamente essere in possesso della certificazione attestante la sussistenza dei requisiti anagrafici e contributivi . Sarà, quindi, necessario presentare istanza all’Inps – Gestione dipendenti pubblici. L’istituto previdenziale, una volta che ha proceduto al controllo e verifica dei dati, indicherà al richiedente l’importo minimo e massimo di Ape ottenibile.
L’interessato, a questo punto, potrà inoltrare all’Inps la relativa domanda di Ape vera e propria. Sarà tenuto, altresì, ad inviare anche la richiesta della “regolare” pensione di vecchiaia alla quale avrà diritto allorquando avrà maturato un’età anagrafica pari a 66 anni e 7 mesi. La istanza dovrà contenere l’indicazione dell’istituto bancario al quale si chiede il prestito e la compagnia assicurativa che avrà il compito di occuparsi della copertura del rischio di premorienza. L’istituto bancario, a sua volta, invierà all’Inps il contratto di prestito, nel quale verrà comunicata l’accettazione o il rifiuto della proposta. Il dipendente avrà, infine, gli ultimi 14 giorni di tempo per decidere se usufruire dell’Ape volontaria o meno.
Potranno beneficiare dell’Ape volontaria tutti coloro che possono far valere almeno 20 anni di contribuzione ed un’età anagrafica pari a 63 anni (e quindi fino a 3 anni e 7 mesi prima della normale pensione di vecchiaia), tramite un anticipo che verrà concesso da banche e istituti di credito. I soggetti che usufruiranno dell’Ape volontaria saranno poi tenuti a restituire a rate, nell’arco di 20 anni, gli importi loro anticipati, comprensivi di interessi e rivalutazione monetaria. La restituzione avverrà sotto la forma di trattenute mensili sull’assegno pensionistico. Trascorsi i venti anni, l’assegno pensionistico sarà erogato e percepito nella sua interezza.
Occorre evidenziare che chi intende usufruire dell’Ape, dovrà essere titolare di un futuro trattamento di quiescenza pari ad almeno 1,4 volte il trattamento minimo Inps che per il corrente anno 2017 è pari a € 702,65 ( 501,89 X 1,4 = 702,65. Nell’ipotesi in cui ci si dovesse trovare al di sotto di tale soglia, il beneficio non potrà essere concesso, a causa del forte rischio di sovraindebitamento.
Non sarà possibile a tutti accedere alla pensione anticipata con l’Ape volontario alla stessa età. A decorrere dal 1° gennaio 2019, infatti, scatteranno gli adeguamenti alla speranza di vita dell’Istat che allontaneranno per molti la possibilità di pensionamento anticipato a 63 anni.
La legge di bilancio per l’anno 2017, istitutiva dell’Ape, infatti, pone come condizione che il soggetto richiedente si trovi a non più di 3 anni e 7 mesi dal perfezionamento della pensione di vecchiaia. Gli adeguamenti alla speranza di vita a partire dal 1° gennaio 2019, però, saranno noti soltanto alla fine del 2017, ma secondo le proiezioni dell’Inps nel 2019 potrebbe essere previsto un rialzo dell’età pensionabile di 5 mesi (che però potrebbe essere abbassato stante che i dati certificherebbero una diminuzione della speranza di vita negli ultimi anni).
L’istituto dell’Ape volontario, allo stato attuale, è rivolto e riguarda ai nati tra il 1951 e il 1955. E’ anche vero, però, che non tutti i dipendenti nati in questo arco temporale potranno pensionarsi a 63 anni.
Per i nati entro il 1953 la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia avverrà entro 3 anni e 7 mesi dal 1 maggio 2017. Tutti coloro, quindi, che sono nati tra il 1951 e la fine del 1953 potranno accedere all’Ape volontario con 63 anni di età.
Chi, invece, è nato dopo il 1953 dovrà posticipare l’età per accedere alle pensione anticipata per rispettare il vincolo dei 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia, considerato che, in ogni caso, nel 2019 ci sarà un rialzo dell’età pensionabile grazie all’adeguamento alla speranza di vita che non consentirà di rispettare la condizione pensionandosi a 63 anni. I dipendenti nati da 1 gennaio 1954 in poi, quindi, dovranno posticipare l’età di accesso alla pensione anticipata con l’Ape in base al rialzo previsto per il 2019, e l’attesa potrebbe protrarsi anche fino al 2018. Chi, infine, risulta essere nato nella seconda metà del 1955 potrebbe addirittura vedersi negare l’accesso all’Ape, la cui scadenza, a meno che non venga prorogata la misura, è prevista per le presentazioni delle istanze avvenute entro il 31 dicembre 2018.
Ma…… non finisce qui !!!
Gli istituti bancari, spesse volte, non accorderanno credito a tutti coloro che fanno richiesta di APE volontaria. La lista di coloro che saranno rifiutati dalle banche è abbastanza lunga : ci sono “i cattivi pagatori”, i “protestati” dalla banca, chi ha protesti o pignoramenti in corso, chi ha già chiesto un prestito che superi una certa soglia.
Al fine di evitare il sovraindebitamento sulla pensione, l’ipotesi sarebbe quella di fissare una soglia al 30% della pensione: il richiedente che ha già un prestito non avrà accesso all’APE volontaria se la somma delle rate (prestito più rimborso per la pensione anticipata) supererà il 30% della pensione.
Saranno, quindi, esclusi dall’APE volontaria coloro:
- che avranno una pensione di importo inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo, cioè 702,65 euro, al netto della rata di rimborso per l’APE volontaria;
- con rate per la restituzione dell’ape volontaria e di altri addebiti (cessione del quinto, rimborsi di prestiti) che superano il 30% della pensione;
- che hanno esposizioni creditizie scadute o non pagate con ritardi di 90 giorni;
- che risultano cattivi pagatori;
- con pignoramenti in corso o altre procedure legate a vecchi debiti;
- con protesti a carico.
Ape social , quota 41 e i relativi decreti .
Dovrebbero essere pronti nei prossimi giorni, anche i decreti attuativi dell’Ape sociale e della nuova Quota 41 per i lavoratori precoci. Anche queste due tipologie di pensione anticipata entreranno in vigore il prossimo 1° maggio,
L’Ape sociale è un istituto che permetterà ai dipendenti in condizioni di difficoltà di accedere alla quiescenza a 63 anni ,senza dover ricorrere a prestiti bancari, e quindi senza dover restituire alcuna rata.
Le categorie di soggetti che potranno accedere alla misura sono quattro:
- i disoccupati che non percepiscono prestazioni per la disoccupazione da 3 mesi;
- i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi un parente convivente con handicap grave;
- gli invalidi civili con invalidità uguale o superiore al 74% ;
- i lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose da almeno 6 anni.
La nuova “quota 41” per il 2017, permetterà di acquisire il diritto alla pensione in presenza di un’anzianità contributiva pari a 41 anni, a prescindere dall’età anagrafica. La misura sarà rivolta a chi, oltre a versare in condizioni simili a quelle previste per l’assegnazione dell’Ape sociale, abbia maturato 12 mesi di contributi prima del 19° anno di età (cd. lavoratore “precoce”).