di Pierluigi Tessaro
L’accordo politico raggiunto giovedì 25 novembre 2021 fra il Ministro dell'Economia Franco e i rappresentanti delle forze politiche è servito a definire lo stanziamento di 8 miliardi di euro destinato alla riduzione delle imposte a partire dal prossimo anno. Nello specifico, 7 miliardi andranno a ridurre gli scaglioni e le aliquote IRPEF, mentre 1 miliardo sarà destinato alla diminuzione dell'Irap.
Pertanto, dal 1.1.2022 le aliquote fiscali saranno 4 anziché 5, e cambieranno, inoltre, gli scaglioni di reddito, che saranno i seguenti:
Sparirà, quindi, l'aliquota del 41% che attualmente grava sui redditi compresi fra 55 e 75.000 euro.
Si tratta di un intervento che ha visto, quindi, la riduzione del secondo e terzo scaglione fiscale rispettivamente di due e tre punti percentuali rispetto al quadro attuale.
Va detto però che il terzo scaglione ha visto ridursi il range della tassazione da 55.000 euro a 50.000 euro.
Oltre si va subito allo scaglione massimo del 43%.
Per quanto riguarda l’Irpef, al momento si è delineato solo il quadro riferito alle aliquote e agli scaglioni fiscali, ma non si è entrati nel merito della riformulazione del quadro, particolarmente complesso, delle detrazioni fiscali, che saranno sicuramente oggetto di rivisitazione, considerando che a marzo 2022 entrerà a regime l’assegno unico universale.
Il nuovo istituto andrà progressivamente ad eliminare gli attuali strumenti a favore delle famiglie, corrisposti sia dal datore di lavoro con l’attribuzione delle detrazioni fiscali per i figli e l’assegno per nucleo familiare, che dall’INPS attraverso gli strumenti dei bonus famiglia (bonus mamme, bonus bebè, bonus asili nido, ecc.).
Per favorire una maggiore linearità del sistema fiscale, è stata prevista, inoltre, la cancellazione dei bonus fiscali, che dal prossimo anno saranno inglobati all’interno delle detrazioni fiscali.
Cesserà, quindi, l'attribuzione del trattamento integrativo dei redditi o dell'ulteriore detrazione fiscale, che attualmente vengono attribuiti ai possessori di redditi fino a 40.000 euro.
In merito all’accordo raggiunto sono arrivate forti critiche sia dalle organizzazioni sindacali che da Confindustria.
I sindacati hanno chiesto di destinare tutti gli 8 miliardi alla riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati, con particolare riferimento al primo scaglione, che non è stato interessato dal progetto di riforma.
Confindustria ha chiesto, invece, oltre all’incremento dello stanziamento per il taglio delle tasse da otto a tredici miliardi di euro, di destinare l’intero importo alla cancellazione dell’Irap e alla riduzione dei contributi e delle ritenute previdenziali.
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