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L’INPS EROGHERÀ L’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE A MARZO 2022

di Pierluigi Tessaro

L’INPS erogherà l’assegno unico universale a partire dal mese di marzo 2022, anche se le domande da parte delle famiglie con figli fino a 21 anni potranno essere trasmesse all’istituto previdenziale dal mese di gennaio. Per i titolari di redditi più bassi, l’importo mensile da corrispondere dovrebbe aggirarsi intorno ai 180 euro mensili per figlio, con un incremento fino a 250-260 euro per figlio dal terzo in poi o in caso di disabilità.

I valori attribuiti scenderanno a 40-50 euro al mese in presenza di Isee più elevati, cioè oltre 40.000 euro.

Allo scopo di favorire l’occupazione femminile, nei nuclei familiari dove entrambi i genitori lavorano, sarà corrisposta una maggiorazione del beneficio.

Dai dati forniti dall’Istat, circa la metà delle famiglie italiane beneficerà dell’importo massimo dell’assegno unico, in considerazione del fatto che il 50% dei nuclei famigliari possiede un Isee (indicatore della situazione economica del nucleo familiare) inferiore a 15.000 euro.

Per evitare mesi scoperti, verranno prorogate fino a febbraio le attuali misure a favore delle famiglie, ovvero l’assegno per nucleo familiare ai lavoratori dipendenti, e l’assegno “ponte” o temporaneo ai lavoratori autonomi, disoccupati, incapienti e nuclei familiari privi dei requisiti necessari per avere diritto all’assegno per nucleo familiare.

Fonti ministeriali hanno, comunque, rassicurato sul fatto che non si tratta di uno slittamento, bensì una misura che si è resa necessaria per dar modo alle famiglie di presentare l’Isee dell’anno precedente.

L’assegno unico universale godrà di una dotazione complessiva pari a circa 20 miliardi di euro, derivanti non solo dai precedenti strumenti messi a disposizione delle famiglie, cioè assegni per nucleo familiare (5,5 miliardi di euro), detrazioni per figli a carico (6 miliardi di euro), e bonus previdenziali (2,5 miliardi di euro), ma anche da un ulteriore stanziamento di 6 miliardi.

L’assegno unico universale sarà ispirato da un principio universalistico e da un criterio di gradualità, allo scopo di favorire tutti i nuclei famigliari, compresi incapienti e lavoratori autonomi, che attualmente non beneficiano dell’assegno per nucleo familiare.

Altri aspetti che caratterizzeranno l’erogazione del beneficio saranno il sostegno alla genitorialità, allo scopo di favorire la natalità e l’occupazione, soprattutto quella femminile, considerando che da dodici anni consecutivi in Italia c’è un costante e preoccupante calo delle nascite.

A regime, il nuovo strumento sostituirà vari benefici esistenti, fra cui i bonus previdenziali erogati dall’INPS, l’assegno per nucleo familiare e le detrazioni per figli a carico.

Considerando, però, che la norma prevede la corresponsione dell’assegno unico a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età dei figli, è lecito chiedersi se l’esecutivo valuterà una possibile attribuzione delle detrazioni fiscali per le famiglie con figli di età superiore a 21 anni, che altrimenti si troveranno penalizzate con l’introduzione della nuova misura di welfare.

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