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L’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE

di Pierluigi Tessaro

Dopo la pubblicazione sulla G.U. n. 82 del 6 aprile 2021 della legge delega n. 46, il Governo dovrà adottare, entro un anno, i decreti attuativi per il riordino e la semplificazione delle misure a sostegno dei figli attraverso l’istituto dell’assegno unico universale, che entrerà in vigore a partire dal prossimo 1° luglio. 

Si tratta di una misura di welfare a favore delle famiglie, che potrà essere corrisposta come somma mensile in denaro o come credito d’imposta, e che si baserà su criteri di universalità e progressività, allo scopo di favorire tutti i nuclei famigliari, compresi incapienti e lavoratori autonomi, attualmente esclusi dal percepimento dell’assegno per nucleo familiare.

Per quel che riguarda i requisiti di accesso, l’assegno unico è riconosciuto ai seguenti soggetti, in possesso cumulativamente dei seguenti requisiti:

  • essere in possesso della cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
  • essere contribuenti tenuti al pagamento dell’Irpef sul reddito in Italia;
  • essere residenti con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;
  • essere residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.

L’importo dell’assegno verrà parametrato sulla base dell’ISEE, l’indicatore della situazione economica del nucleo familiare, tenendo conto dell’età dei figli a carico, e verrà attribuito a partire dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni, a condizione, però, che il figlio segua un percorso di formazione professionale o sia iscritto all’università.

E’ prevista la spettanza di un importo maggiorato a favore delle madri di età inferiore a 21 anni di età, ed in caso di nucleo familiare con più di tre figli.

In presenza di figli disabili è prevista una maggiorazione che potrà essere rimodulata dal 30 al 50 per cento a seconda della condizione di gravità.

L’assegno sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come ad esempio, il reddito di cittadinanza.

La legge delega non indica, però, il valore dell’assegno, per cui attualmente sono allo studio diverse simulazioni volte a garantire il beneficio al maggior numero di famiglie, nel rispetto, ovviamente, del budget a disposizione.

L’assegno unico universale si inserisce in un’ottica di riordino dei vari istituti a favore delle famiglie, sparsi nel nostro ordinamento, che verranno gradualmente cancellati.

Si tratta, in particolare, dell’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori; l’assegno di natalità; il premio alla nascita o all’adozione e il fondo di sostegno alla natalità.

Per quanto riguarda, invece, le detrazioni fiscali e l’assegno per nucleo familiare, bisognerà considerare la situazione complessiva, in vista della futura riforma dell’Irpef, prevista per il 2023.

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