a cura di Pierluigi Tessaro
Siamo appena a settembre, ma il 2022 è stato caratterizzato da una serie impressionante di provvedimenti governativi volti a contrastare gli effetti negativi dell’inflazione e del carovita, con il Governo intervenuto più volte sia sulla parte fiscale che su quella previdenziale nel tentativo di abbassare il cuneo fiscale e contributivo e la pressione fiscale.
Per quanto riguarda la parte fiscale, l’esecutivo ha ridotto da 5 a 4 le aliquote, modificando gli scaglioni Irpef e intervenendo sulle detrazioni da lavoro dipendente.
Un’altra importante modifica si è avuta con la diversa attribuzione delle detrazioni per figli a carico, profondamente modificate a partire dal 1/3/2022 a seguito dell’introduzione nel nostro ordinamento dell’assegno unico e universale.
Oltre alle detrazioni per figli a carico, possibile ora solo nel caso in cui questi abbiano un’età superiore a 21 anni, l’assegno unico e universale ha ridotto la portata dell’assegno per nucleo familiare, di cui alla legge n. 153/88, divenuto ormai residuale ed erogabile in assenza di figli.
Sempre per ciò che riguarda la parte fiscale, un altro importante cambiamento lo abbiamo rilevato con la modifica della disciplina del trattamento integrativo dei redditi.
Il riconoscimento del bonus nel 2022 potrà avvenire per i possessori di un reddito imponibile ai fini fiscali fino a 28.000 euro, anche se il complesso meccanismo tracciato per l’attribuzione potrà quantificarne il valore solo al momento della dichiarazione dei redditi 2023.
Un’altra rilevante modifica rispetto al 2021 è stata la soppressione dell’ulteriore detrazione, che veniva corrisposta ai possessori di reddito compreso fra 28.001 a 40.000 euro di imponibile fiscale.
Per quanto riguarda la parte previdenziale, l’art. 1, comma 121, della legge n. 234/2021, di Bilancio 2022, ha disposto, con decorrenza 1/1/2022, una riduzione dello 0,8% dell’aliquota contributiva a carico dei lavoratori, senza alcuna penalizzazione sul piano pensionistico, a condizione che la retribuzione imponibile mensile non ecceda l’importo di 2.692 euro, su base annua 35.000 euro, comprensiva della tredicesima mensilità.
A partire dal 1/7/2022, il Decreto Aiuti-bis, n. 115 del 9/8/2022, ha previsto un incremento dell’esonero contributivo, dallo 0,8% al 2%.
Un altro intervento a favore dei contribuenti è stato previsto dall’art. 31 del decreto legge n. 50 del 17/5/2022, convertito poi in legge n. 91 del 15/7/2022, che ha disposto l’erogazione di un’indennità una tantum di 200 euro a favore dei lavoratori dipendenti che hanno beneficiato dell’esonero contributivo previsto dall’art. 1, comma 121, della legge di Bilancio n. 234/2021.
Con l’approvazione del Decreto legge n. 144 del 23/9/2022 (c.d. Aiuti-ter) si è concluso il periodo del Governo Draghi.
In quest’ultimo decreto è stata inserita una nuova indennità che verrà corrisposta nel cedolino paga di novembre.
Si tratta di un nuovo bonus anti-inflazione, del valore di 150 euro, la cui erogazione avverrà con modalità simili a quello di 200 euro corrisposto a luglio, ma con una platea di beneficiari più ristretta, superiore comunque a 22 milioni di contribuenti.
Potranno fruire della nuova indennità i dipendenti che nel mese di novembre godranno di una retribuzione imponibile ai fini contributivi non superiore a 1.538 euro e che su base annua non supereranno 20.000 euro, compresa la tredicesima mensilità.
Il bonus verrà erogato automaticamente, previa dichiarazione del dipendente di non essere titolare di prestazioni pensionistiche né di reddito di cittadinanza, ma, a differenza dell’indennità una tantum erogata a luglio, non sarà agganciato allo sgravio contributivo previsto dall’art. 1, comma 121, della legge di Bilancio 2022, n. 234 del 30/12/2021.
Beneficeranno del nuovo bonus anche i pensionati e altre categorie di lavoratori, fra cui autonomi, domestici, collaboratori, lavoratori stagionali, dello spettacolo, assegnisti, dottorandi di ricerca, venditori a domicilio, somministrati, ma anche percettori di ammortizzatori sociali, come Naspi, Dis-coll, disoccupazione agricola.
Trattandosi di una prestazione previdenziale, l’indennità non concorrerà ad incrementare il reddito imponibile.
E in futuro? Quali saranno le manovre contro il carovita? Provvedimenti tampone o misure strutturali? Quel che appare certo è che la situazione globale e le crescenti difficoltà economiche imporranno al prossimo Governo un’intensa attività di difesa dell’economia, del lavoro e del potere d’acquisto delle retribuzioni.
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