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CEDOLINO MARZO 2022: CAMBIA IL NETTO IN BUSTA PAGA CON L’ASSEGNO UNICO E UNIVERSALE

di Pierluigi Tessaro 

In questi giorni l’INPS ha iniziato ad erogare i primi importi riferiti all’assegno unico e universale, il nuovo strumento di welfare introdotto nel nostro ordinamento dall'art. 10 del D.lgs.vo n. 230 del 21/12/2021, per le domande presentate a gennaio e febbraio.

 

Lo ha indicato lo stesso istituto previdenziale in una delle prime FAQ pubblicate sul proprio sito precisando che “per le domande presentate a gennaio e febbraio, i pagamenti cominceranno a essere erogati dalla seconda metà di marzo”.

 

Nella stessa FAQ l’INPS ha precisato che il pagamento dell’assegno unico verrà effettuato, per le domande presentate dal 1° marzo in poi, alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda e per chi presenta la domanda entro giugno 2022, i pagamenti decorreranno dal mese di marzo con le mensilità arretrate.

Marzo rappresenta, quindi, un mese di svolta perché i dipendenti con figli a carico fino a 21 anni si ritroveranno con un cedolino paga ridotto per effetto dell’interruzione della corresponsione dell’assegno per nucleo familiare e delle detrazioni fiscali per i figli.

In alcuni casi si tratterà di notevoli differenze retributive, che potranno oscillare dai 200 ai 500 euro, in presenza di nuclei familiari con due o tre figli, oppure nel caso di madri single, o separate, o divorziate, sempre con figli e con redditi medi, compresi fra 22 e 28 mila euro circa.

Per chi ha 4 o più figli la forbice potrà ulteriormente allargarsi, con importi anche di 600/800 euro, considerando che, oltre alla non erogazione dell’assegno per nucleo familiare, non verranno più attribuite le ulteriori agevolazioni fiscali, che prevedevano una detrazione di 200 euro a figlio nel caso in cui i figli a carico siano più di tre, oltre all’ulteriore detrazione fissa prevista per le famiglie con almeno 4 figli, pari ad un valore complessivo annuo di 1.200 euro.

In un contesto particolare come quello attuale dove gli aumenti continui dei prezzi come quelli petroliferi e alimentari determina un’inflazione che sale costantemente, diminuendo, di conseguenza, il potere d’acquisto dei salari, risulta fondamentale che i beneficiari della prestazione, qualora non lo abbiano già fatto, trasmettano all’INPS  al più presto la domanda, accedendo all’apposito servizio disponibile sul sito con le proprie credenziali oppure per il tramite di un patronato oppure, infine, rivolgendosi al Contact center INPS.

Prestazione che poi sarà corrisposta dall’istituto previdenziale, dopo l'inserimento delle informazioni richieste, ovvero i dati dei figli (codice fiscale ed eventuale disabilità), i dati dell’altro genitore (se presente e solo il codice fiscale), i dati per il pagamento, le dichiarazioni di responsabilità e l’assenso al trattamento dei dati.

L’INPS precisa che non dovranno essere allegati ulteriori documenti, se non in casi specifici di cui verrà data comunicazione all’utente al momento della presentazione della domanda.

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