di Pierluigi Tessaro
Il 16/3/2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega per la riforma fiscale, che andrà a modificare profondamente il sistema fiscale, allo scopo di dare impulso alla crescita economica e alla natalità con misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese.
Al momento si tratta di una legge quadro, che fissa principi e criteri direttivi, con tempi di attuazione di due anni dalla data di entrata in vigore della legge, sui quali il Governo sarà tenuto ad emanare i decreti attuativi per dare compimento alla riforma fiscale.
In attesa della flat tax per tutti, è stata prevista una revisione dell’attuale sistema di tassazione dell’Irpef che, come noto, era già stato oggetto di modifica degli scaglioni e delle aliquote, ridotte da 5 a 4.
La nuova legge delega ha previsto un’ulteriore riduzione delle aliquote fiscali che da 4 scenderebbero a 3, con una revisione dell’intero meccanismo di tassazione dell’imposta, in modo da attuare gradualmente l’obiettivo della “equità orizzontale” e l'allineamento della no tax area a 8.500 euro annui fra i redditi da lavoro dipendente e quelli di pensione.
L’obiettivo dell’equità orizzontale verrebbe poi attuata attraverso una diversa attribuzione del sistema di deducibilità, riconosciuto in misura forfettizzata, per le spese sostenute per la produzione di reddito di lavoro dipendente e assimilato, con la possibilità per tutti i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito e, in caso di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo.
Il raggiungimento dell’obiettivo di equità orizzontale verrebbe poi perseguita applicando, al posto delle aliquote per scaglioni di reddito, un’imposta sostitutiva dell’Irpef e relative addizionali con un’aliquota agevolata su una base imponibile commisurata all’incremento del reddito del periodo d’imposta rispetto al reddito del periodo più elevato fra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti, con possibilità, di prevedere, inoltre, limiti al reddito agevolabile e un regime particolare per i redditi di lavoro dipendente.
Attualmente ci sono due ipotesi in campo riferite alla modifica dell’Irpef.
La prima prevede tre aliquote fiscali: 23% per i redditi fino a 15.000 euro, 27% oltre 15.000 e fino a 50.000 euro e la terza aliquota al 43% per i redditi oltre 50.000 euro.
La seconda ipotesi allo studio prevede l’aliquota del 23% fino all’importo di 28 mila euro, poi il 33% da 28.001 euro a 50.000 euro e oltre questo valore l’applicazione dell’aliquota del 43%.
La riforma fiscale attuerà una rivisitazione delle c.d. tax expenditures, cioè delle deduzioni e detrazioni fiscali, che subiranno un taglio importante (attualmente sono oltre 600, con un costo annuo di circa 156 miliardi), e la lotta all’evasione fiscale e contributiva, che sottrae altre risorse al fisco per circa 100 miliardi di euro annui.
Il Governo opererà un’attenta revisione delle detrazioni perché saranno garantite quelle sanitarie, quelle relative agli interessi passivi sui mutui sulla prima casa, quelle edilizie riferite al risparmio energetico e per l’adeguamento sismico degli immobili.
Altre importanti modifiche del sistema fiscale riguarderanno le altre principali imposte, ovvero l’IRES, l’IVA e l’IRAP.
Per quanto riguarda l’IRES, è stata prevista una riduzione dell’imposta per le imprese che decideranno di investire gli utili per le assunzioni e gli investimenti, anche se va detto che Confindustria avrebbe preferito come misura la decontribuzione.
Il Governo procederà poi ad una revisione dell’IVA, al fine di rendere l’imposta più aderente alla normativa dell’UE, con una razionalizzazione della misura oltre al numero delle aliquote, e dell’IRAP, dove è stata disposta una revisione organica dell’imposta volta all’abrogazione del tributo con la contestuale istituzione di una sovrimposta IRES tale da assicurare un equivalente gettito fiscale, necessario per garantire il finanziamento del SSN e delle Regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario o che sono sottoposte a piani di rientro del deficit.
Un altro aspetto che caratterizzerà la riforma fiscale riguarderà la revisione dello Statuto del Contribuente, con un consolidamento dei principi della certezza del diritto ed un obbligo di motivazione da parte dell’ente impositore, che dovrà specificare le prove su cui si fonda la pretesa alla riscossione.
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