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Le novità dell’Anticipo pensionistico

a cura di Francesco Disano

L’anticipo pensionistico (Ape), quanto  meno  la  versione  Ape sociale, sembra  che “decollerà “  il  1° maggio 2017.  Il decreto del Presidente del Consiglio  dei  Ministri  è stato già  predisposto e nei prossimi giorni  sarà  trasmesso al  vaglio  del  Consiglio di Stato. Dovrebbe  essere, anche,  pronta  l’intesa con i rappresentanti delle banche (Abi) e degli istituti assicurativi (Ania) per la determinazione delle rate da pagare una volta maturata la pensione di vecchiaia.

Cercheremo, ora, di  analizzare  quali saranno le novità e con quale  modalità  operativa si dovrebbe arrivare alla data di partenza del nuovo anticipo pensionistico del 1° maggio.

Ape volontaria 2017

È pronto il decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri con le relative istruzioni operative  che permetteranno  di gestire dettagliatamente  la  tempistica  e le  modalità  dell’Ape volontaria al  fine  di fornire  la  possibilità di accedere alla pensione a 63 anni a coloro  i quali ne faranno richiesta. L’arco temporale è molto ristretto, ragion per cui il decreto medesimo, per la sua approvazione definitiva, dovrà essere esaminato celermente prima dal Consiglio di Stato e successivamente  da  parte  Corte dei Conti.

Contemporaneamente ha  avuto luogo l’incontro tra Governo e rappresentanti dell’Abi (  banche) e dell’Ania  (compagnie  assicurative ), con l’obiettivo di definire con esattezza, in tempi brevi, anche le convenzioni da stipulare per  quantificare il costo complessivo dell’Ape volontaria. Il T.a.n. (Tasso annuo nominale) iniziale dovrebbe aggirarsi  attorno al 2,75%.

I dipendenti che intendono usufruire dell’anticipo pensionistico volontario dovranno prioritariamente  essere  in  possesso della  certificazione  attestante la  sussistenza dei requisiti  anagrafici  e contributivi . Sarà, quindi, necessario presentare istanza  all’Inps – Gestione  dipendenti  pubblici.   L’istituto   previdenziale, una  volta  che  ha  proceduto  al controllo  e  verifica  dei  dati,   indicherà al richiedente  l’importo minimo e massimo di Ape ottenibile.

L’interessato, a  questo  punto, potrà inoltrare all’Inps la  relativa domanda di Ape vera e propria. Sarà tenuto, altresì,  ad inviare  anche  la richiesta della “regolare” pensione di vecchiaia alla quale avrà diritto allorquando  avrà  maturato   un’età  anagrafica pari a  66 anni e 7 mesi. La  istanza dovrà contenere l’indicazione dell’istituto bancario al quale si chiede il prestito e la  compagnia  assicurativa  che  avrà il compito di  occuparsi  della copertura del rischio di premorienza. L’istituto  bancario, a  sua  volta,  invierà all’Inps il contratto di prestito, nel quale verrà comunicata l’accettazione o il rifiuto della proposta. Il dipendente avrà, infine, gli ultimi 14 giorni di tempo per decidere se usufruire dell’Ape volontaria o meno.

Potranno beneficiare dell’Ape volontaria tutti  coloro che  possono  far  valere  almeno 20 anni di contribuzione  ed  un’età  anagrafica pari a   63  anni (e quindi fino a 3 anni e 7 mesi prima della normale pensione di vecchiaia), tramite un anticipo che verrà concesso da banche e istituti di credito. I soggetti che  usufruiranno  dell’Ape  volontaria  saranno poi tenuti a restituire a rate, nell’arco di 20 anni,  gli  importi  loro anticipati, comprensivi  di  interessi  e rivalutazione monetaria.  La restituzione avverrà sotto la forma di trattenute mensili sull’assegno pensionistico. Trascorsi  i venti anni, l’assegno  pensionistico  sarà  erogato e  percepito nella sua interezza.

Occorre evidenziare che chi intende usufruire dell’Ape, dovrà essere  titolare  di  un  futuro  trattamento  di quiescenza  pari ad almeno 1,4 volte il trattamento minimo Inps  che  per  il  corrente  anno  2017  è pari a € 702,65  ( 501,89  X  1,4  =  702,65. Nell’ipotesi  in  cui ci si dovesse  trovare al di sotto di tale soglia, il beneficio non potrà essere concesso, a causa del forte rischio di sovraindebitamento.

Non sarà possibile a  tutti  accedere alla pensione anticipata con l’Ape volontario  alla stessa età. A decorrere  dal  1° gennaio 2019, infatti, scatteranno gli adeguamenti alla speranza di vita dell’Istat che allontaneranno per molti la possibilità di pensionamento anticipato a 63 anni.

La  legge  di  bilancio  per  l’anno  2017, istitutiva  dell’Ape, infatti, pone  come  condizione  che il soggetto richiedente si trovi a non più di 3 anni e 7 mesi dal  perfezionamento della pensione di vecchiaia. Gli adeguamenti alla speranza di vita a partire dal 1° gennaio 2019, però, saranno noti soltanto alla fine del 2017, ma secondo le proiezioni dell’Inps  nel 2019 potrebbe essere previsto un rialzo dell’età pensionabile di 5 mesi (che però potrebbe essere abbassato stante che i dati certificherebbero una diminuzione della speranza di vita negli ultimi anni).

L’istituto dell’Ape volontario, allo stato  attuale, è rivolto  e  riguarda  ai nati tra il 1951 e il 1955. E’ anche  vero, però, che  non tutti i dipendenti nati in questo arco temporale  potranno pensionarsi a 63 anni.

Per i nati entro il 1953 la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia avverrà entro 3 anni e 7 mesi dal 1 maggio 2017. Tutti coloro, quindi, che sono nati tra il 1951 e la fine del 1953 potranno accedere all’Ape volontario con 63 anni di età.

Chi, invece, è  nato dopo il 1953 dovrà posticipare l’età per accedere alle pensione anticipata per rispettare il vincolo dei 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia, considerato che, in ogni caso, nel 2019 ci sarà un rialzo dell’età pensionabile grazie all’adeguamento alla speranza di vita che non consentirà di rispettare la condizione pensionandosi a 63 anni. I dipendenti  nati da 1 gennaio 1954 in  poi, quindi, dovranno posticipare l’età di accesso alla pensione anticipata con l’Ape in base al rialzo previsto per il 2019, e l’attesa potrebbe protrarsi anche  fino al 2018. Chi, infine, risulta essere  nato nella seconda metà del 1955 potrebbe addirittura vedersi negare l’accesso all’Ape, la cui scadenza, a meno che non venga prorogata  la misura, è prevista per le presentazioni  delle  istanze  avvenute entro il 31 dicembre 2018.

Ma…… non finisce  qui  !!!

Gli  istituti bancari, spesse  volte, non accorderanno credito a tutti coloro che fanno richiesta di APE volontaria. La lista di coloro che saranno rifiutati dalle banche è abbastanza  lunga : ci sono “i cattivi pagatori”, i “protestati” dalla banca, chi ha protesti o pignoramenti in corso, chi ha già chiesto un prestito che superi una certa soglia.

Al  fine  di  evitare il sovraindebitamento sulla pensione, l’ipotesi sarebbe  quella di fissare una soglia al 30% della pensione: il richiedente  che ha già un prestito non avrà accesso all’APE volontaria se la somma delle rate (prestito più rimborso per la pensione anticipata) supererà il 30% della  pensione.

 Saranno, quindi,  esclusi dall’APE volontaria coloro:

- che avranno una pensione di importo inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo, cioè 702,65 euro, al netto della rata di rimborso per l’APE volontaria;

- con rate per la restituzione dell’ape volontaria e di altri addebiti (cessione del quinto, rimborsi di prestiti) che superano il 30% della pensione;

- che hanno esposizioni creditizie scadute o non pagate con ritardi di 90 giorni;

- che risultano cattivi pagatori;

- con pignoramenti in corso o altre procedure legate a vecchi debiti;

- con protesti a carico.

Ape  social , quota  41  e   i  relativi decreti .

Dovrebbero essere pronti nei prossimi giorni, anche i decreti attuativi dell’Ape sociale e della nuova Quota 41 per i lavoratori precoci. Anche queste due tipologie di pensione anticipata entreranno in vigore il prossimo 1° maggio,

 L’Ape sociale è un istituto che permetterà ai dipendenti  in condizioni di difficoltà di accedere  alla  quiescenza a 63 anni ,senza dover ricorrere a prestiti bancari, e quindi senza dover restituire alcuna rata.

Le categorie di  soggetti che potranno accedere alla misura sono quattro:

  • i disoccupati che non percepiscono prestazioni per la disoccupazione da 3 mesi;
  •  i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi un parente convivente con handicap grave;
  •  gli invalidi civili con invalidità uguale o superiore al 74% ;
  •  i lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose da almeno 6 anni.

La nuova  “quota 41 per il 2017,  permetterà di acquisire  il  diritto  alla  pensione in  presenza  di un’anzianità contributiva  pari  a  41 anni, a prescindere dall’età anagrafica. La misura sarà rivolta  a  chi,  oltre a versare in condizioni simili a quelle previste per l’assegnazione dell’Ape sociale, abbia maturato 12 mesi di contributi prima del 19° anno di età (cd. lavoratore “precoce”).

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